Mark Jackley | Content Strategist | 21 novembre 2023
Milioni di studenti hanno letto "La giungla" di Upton Sinclair, una descrizione raccapricciante dell'industria del confezionamento della carne del 1900. Oltre a portare a importanti riforme, come il Pure Food and Drug Act del 1906, il libro ha suscitato interesse per la trasparenza della supply chain. Tutt'a un tratto le persone hanno voluto sapere come venivano realizzati i loro prodotti.
Più di un secolo dopo, la gente continua a voler sapere. Alcuni vogliono sapere se i loro computer portatili contengono tungsteno estratto in paesi in cui il lavoro forzato è legale. Alcuni evitano gli alimenti con ingredienti geneticamente modificati. Altri vogliono la prova che i brand che hanno scelto stanno adottando misure per ridurre gli sprechi e la loro impronta di carbonio. Questo tipo di pressione dei consumatori, unita all'aumento delle normative, costringe le aziende ad essere trasparenti circa la loro supply chain e le loro pratiche di manufacturing.
Per trasparenza della supply chain si intende la pratica di condividere informazioni o condurre affari apertamente affinché i consumatori e le aziende sappiano dove e come vengono prodotti i beni. Le supply chain trasparenti verificano l'origine e il flusso di materiali, componenti e prodotti finiti. In questo modo, le aziende mantengono i loro stakeholder informati e rispettano le leggi che proteggono il pianeta, i lavoratori e i diritti umani.
In un report del 2022 della Food Industry Association, il 65% degli acquirenti ha dichiarato di voler passare da un brand da cui di solito acquista a un altro che comunica più apertamente riguardo la propria supply chain, dando anche informazioni sul benessere degli animali e sul commercio equo e solidale. Secondo una ricerca condotta da Avery Dennison, il 60% dei clienti vuole avere la possibilità di tracciare gli articoli che acquista dai brand di moda, mentre l'86% vuole avere maggiori informazioni dai brand di prodotti di bellezza sulla provenienza degli ingredienti dei prodotti, secondo il British Beauty Council.
Le due strettamente correlate, perciò a volte le persone le confondono.
Con visibilità si intende la capacità di un'azienda di vedere le attività lungo tutta la supply chain. La mancanza di informazioni sui fornitori riduce la visibilità. Ciò potrebbe includere dati sulla produzione giornaliera, sul controllo della qualità, sull'approvvigionamento delle materie prime, sulle sedi di spedizione e sulla compliance alle leggi sulla sicurezza dei lavoratori, sui diritti umani e sull'impatto ambientale.
Ad esempio, Cano, un produttore messicano di huaraches, una tipologia di sandalo, di origine sostenibile, utilizza la tecnologia blockchain per monitorare fornitori e materiali. Questo aiuta Cano a evitare fornitori non etici, il cui comportamento potrebbe comportare cattiva pubblicità, indignazione dei consumatori e perdita delle vendite.
Con trasparenza si intende qualcosa di diverso. Mentre con supply chain visibility si indica ciò che le aziende vedono, il termine trasparenza si riferisce a ciò che fanno e comunicano dopo averlo visto. Segnalano in modo trasparente ciò che scoprono nella loro rete di fornitura? Senza una comunicazione veritiera e verificabile, la trasparenza non esiste.
Esempio: un produttore di laptop che si procura minerali provenienti dall'Africa centrale scopre che un fornitore sta facendo uso di lavoro forzato. Ignorare o nascondere queste informazioni rappresenta un rischio aziendale. Se l'abuso del fornitore diventa di dominio pubblico, l'azienda dovrà spiegare perché non ha fatto nulla a riguardo, pagare eventualmente una multa e probabilmente perdere clienti.
Gli esperti notano che la trasparenza non è possibile senza visibilità. Un'azienda non può essere trasparente su cose che non vede o conosce. Ma anche il contrario è vero: la trasparenza crea visibilità. Se un fornitore non vuole essere trasparente sulle sue operations, è difficile per i clienti del fornitore avere visibilità. Le due condizioni sono intrecciate.
Differenze tra trasparenza della supply chain e supply chain visibility
Trasparenza della supply chain | Supply chain visibility | |
---|---|---|
Definizione | La misura in cui gli stakeholder hanno accesso alle informazioni relative alle pratiche, alle policy e ai risultati nell'intera supply chain. | La capacità di un'azienda di monitorare prodotti e componenti in tutta la supply chain, spesso in tempo reale. |
Focus | Pratiche etiche, sostenibilità e responsabilità sociale. | Efficienza, monitoraggio e gestione delle operations della supply chain. |
Obiettivo principale | Garantire pratiche etiche e il rispetto degli standard ambientali e sociali. | Ottimizzare le operations della supply chain e migliorare i tempi di risposta. |
Stakeholder coinvolti | Consumatori, ONG, organismi di regolamentazione e altre parti esterne. | Stakeholder interni come partner di gestione, logistica e supply chain. |
Strumenti e tecniche | Audit, certificazioni, report e divulgazioni pubbliche. | Sistemi di gestione del magazzino, localizzazione GPS e analytics dei dati. |
Benefici | Migliora la reputazione del brand, aumenta la fiducia dei consumatori e garantisce la compliance normativa. | Migliora l'efficienza operativa, riduce i costi e migliora la soddisfazione dei clienti. |
Sfide | Garantire l'accuratezza e la completezza delle informazioni, gestendo supply chain complesse. | Integrare diversi sistemi e tecnologie, garantendo l'accuratezza dei dati in tempo reale. |
Metriche chiave | Tassi di compliance, percentuali di sourcing etico, indicatori di sostenibilità. | Lead time, livelli di inventario, accuratezza degli ordini, monitoraggio delle spedizioni. |
La trasparenza della supply chain inizia con la visibilità. Alcuni esempi includono il verificare che il cibo soddisfi gli standard biologici, l'eseguire un audit di fabbrica, il visualizzare un report di controllo della qualità o il ritardare la produzione per riparare macchinari difettosi.
Concetti chiave
Raggiungere la trasparenza della supply chain è difficile, ma ne vale la pena.
È difficile perché un'azienda potrebbe acquistare componenti , materiali o servizi da migliaia di fornitori. Come James McGregor, dipendente della società di consulenza APCO Worldwide, ha dichiarato al New York Times "Le supply chain sono come un piatto di spaghetti. Ogni parte finisce per mischiarsi con l'altra. E non sai da dove viene quella roba".
Ad esempio, il produttore di beni di consumo Proctor & Gamble, che possiede marchi come Tide, Gillette e Head & Shoulders, ha quasi 50.000 fornitori diretti (noti come fornitori di livello 1). Ciascuno di questi fornitori può a sua volta acquistare materiali da centinaia di altri fornitori (livello 2, livello 3 e così via, a seconda di quanto lontano sono dal produttore).
I fornitori a valle potrebbero non poter raccogliere o condividere informazioni di cui le società a monte hanno bisogno per un reporting trasparente. Ad esempio, un fornitore di livello 3 potrebbe utilizzare minerali estratti in solo una manciata di paesi, uno dei quali noto per consentire il lavoro forzato. Se quel fornitore non condivide i dati sulla provenienza dei minerali, la trasparenza diventa impossibile.
A onor del vero, alcuni fornitori a valle sono piccole imprese o aziende agricole, molte nei paesi poveri. Senza una guida e persino risorse da parte dei clienti del settore manifatturiero, potrebbero non disporre delle competenze e delle risorse necessarie per operare in modo più etico o sostenibile.
Con i governi, le organizzazioni non governative e i consumatori a guardare, i produttori vogliono evitare danni alla reputazione. I governi del Regno Unito e della California sono stati tra i primi a richiedere alle aziende che fanno affari in quei luoghi di verificare che non vengano sfruttati schiavi nelle loro supply chain. Il Dodd-Frank Act, approvato dal Congresso nel 2010, vieta l'uso di "minerali da conflitto", ad esempio oro e tungsteno, estratti in paesi che consentono il lavoro forzato e utilizzano i profitti per finanziare i conflitti armati.
Un'azienda potrebbe anche semplicemente voler gestire un business etico ed evitare di utilizzare ingredienti non sicuri o componenti non standard, quindi non acquisterà beni da aziende con alle spalle una pessima storia ambientale o che hanno esperienze con l'abuso di lavoratori o animali.
Quando le aziende hanno trasparenza in tutte le loro supply chain, possono operare in modo più conforme, ridurre i rischi aziendali, migliorare la fedeltà al brand e aumentare l'efficienza.
Migliore compliance legale. Le aziende che condividono in modo proattivo le informazioni sulla supply chain possono essere più facilmente conformi a un numero crescente di normative. Molte utilizzano le piattaforme basate sul cloud per raccogliere e standardizzare i dati dei fornitori. Senza tali dati, è impossibile misurare la conformità, soprattutto sulla scala delle reti di fornitura globali, con ciascuna che risponde a vari regolatori nazionali ed esteri. Il Regno Unito e l'Australia, ad esempio, hanno approvato moderne leggi antischiavitù. Negli Stati Uniti, il Dodd-Frank Act richiede alle aziende di garantire che i loro fornitori non stiano acquistando minerali da nazioni che tollerano violazioni dei diritti umani. Dal 2022, Norvegia, Paesi Bassi, Svizzera, Germania, Austria, Spagna e Lussemburgo hanno approvato leggi simili.
A New York, la legislatura statale sta discutendo il Fashion Sustainability and Social Accountability Act (Fashion Act), che stabilisce standard ambientali e di lavoro legalmente vincolanti per quel settore. La Corporate Sustainability Reporting Directive dell'UE, che entrerà in vigore nel 2023, impone alle aziende di utilizzare standard comuni quando misurano il modo in cui le supply chain incidono sull'ambiente, sui lavoratori e sulle comunità.
Miglioramento di resilienza della supply chain e gestione dei rischi. Poiché la trasparenza della supply chain si basa sulla raccolta, la verifica e la condivisione dei dati, essa migliora la capacità di un'azienda di monitorare parti, componenti e prodotti in ogni fase, anche nel proprio magazzino. Tutto ciò porta a delle operations più efficienti rivelando colli di bottiglia, problemi di qualità e potenziali interruzioni che possono essere evitate.
Grazie a una comprensione più chiara di chi sono i loro fornitori e di come operano, le aziende possono anche ridurre i rischi. Ad esempio, sapere che un fornitore sta violando le leggi marittime pescando in modo eccessivo in determinate acque consente a un produttore di tonno in scatola di adottare misure correttive prima che diventi un problema normativo o di pubbliche relazioni. Se il produttore richiede che tutti i suoi fornitori rispettino le leggi e forniscano relazioni veritiere sulle questioni, allora ridurrà i propri rischi aziendali.
Maggiore fedeltà al brand. I consumatori hanno quattro volte più probabilità di fidarsi di aziende purpose-driven e che comunicano chiaramente le condizioni in cui vengono prodotte le merci, secondo un sondaggio del 2020 della società di comunicazione Zeno. Hanno anche più probabilità di effettuare un primo acquisto da marchi che percepiscono come più sostenibili ed etici di altri.
Alcune aziende fanno della trasparenza una parte fondamentale del loro brand. Chipotle sostiene i valori del marchio come l'approvvigionamento sostenibile, ingredienti sani (organici, senza ormoni aggiunti) e il trattamento umano degli animali da parte dei fornitori di carne. I consumatori possono verificare che il marketing di Chipotle dica la verità cliccando sul suo Sustainability Report annuale, dove scopriranno che l'azienda è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e di prodotti acquistati localmente.
La blockchain crea un registro digitale delle transazioni della supply chain, condiviso da aziende e fornitori e aggiornato in tempo reale. Il registro diventa un percorso virtuale che i partner possono tracciare. Il track and trace intelligente combina sensori blockchain, Internet of Things (IoT) e analytics per automatizzare il monitoraggio, rendendo facile e veloce il tracciamento dei prodotti in ogni fase del loro percorso. Le aziende possono anche dare ai consumatori e agli altri clienti finali l'accesso alle stesse informazioni tramite codici QR sulle etichette dei prodotti. Una volta inseriti in una blockchain, i dati sono immutabili: nessuno può modificarli, cosa che riduce la probabilità di frodi.
Alcune aziende hanno iniziato a utilizzare il test del DNA. Ad esempio, un fornitore spedisce un ordine di camicie di cotone Pima. Dopo averli ricevuti, il produttore utilizza un servizio di test per analizzare il cotone, sequenziandone il DNA o esaminando gli isotopi che rivelano il luogo di origine riflettendo i livelli di pioggia, le temperature e persino la latitudine. Il cotone proviene dalle regioni della California in cui cresce il cotone Pima o dalla regione cinese dello Xinjiang, che è vietata perché permette il lavoro forzato? La scienza fornisce la risposta.
Altre tecnologie supportano la trasparenza raccogliendo dati in diverse fasi. Ad esempio, le piattaforme di supply chain management (SCM) cloud connettono i dati tra funzioni come procurement, produzione, gestione degli ordini e gestione del magazzino. Le applicazioni di Product Lifecycle Management (PLM) raccolgono e condividono i dati dalla progettazione e dallo sviluppo di un prodotto fino al lancio dello stesso.
Le applicazioni di pianificazione e analytics, inclusa la modellazione degli scenari "what if", consentono ai manager della supply chain di comprendere le implicazioni degli scenari futuri, ad esempio enormi picchi di domanda o una catastrofe meteorologica che chiude fabbriche e porti. Le tecnologie IoT raccolgono dati nelle fabbriche, dai camion e nei centri di distribuzione, monitorando tutto ciò che va dall'origine e dalla posizione delle spedizioni alle condizioni di lavoro del reparto produttivo.
Una migliore condivisione delle informazioni tra produttori e fornitori migliora, più di ogni altra cosa, la trasparenza della supply chain. Queste best practice possono essere d'aiuto.
Per comprendere i rischi della supply chain, i produttori conducono una valutazione che inizia con il definire il rischio in termini di mercati e industria dell'azienda. Questa definizione riflette le principali preoccupazioni della leadership aziendale, dei fornitori, degli investitori e dei clienti, insieme al potenziale impatto di tali rischi sull'organizzazione. Definire gli obiettivi di trasparenza è una delle molte attività che seguono. Ad esempio, un'azienda potrebbe definire obiettivi per l'etichettatura trasparente dei prodotti e l'approvvigionamento sostenibile dei materiali. Tutto quello che mette a rischio questi obiettivi è incluso nella valutazione. Per perfezionare gli obiettivi, i pianificatori considerano in che modo la cultura aziendale, le relazioni con i fornitori e le condizioni del settore potrebbero incidere sulla trasparenza.
Indipendentemente dal framework che utilizzano per definire gli obiettivi, le aziende generalmente proseguono con l'informare i fornitori nel dettaglio delle informazioni di cui hanno bisogno. Per essere trasparenti con qualsiasi gruppo di stakeholder, le aziende hanno bisogno di fatti, più verificabili sono, meglio è, sull'approvvigionamento dei fornitori, sulla sostenibilità, sulle condizioni di lavoro e su altro ancora.
Poiché le supply chain sono così complesse, i produttori creano mappe che mostrano l'esatta posizione dei fornitori che forniscono materiali chiave, partendo dai fornitori di livello 1 per arrivare poi ai livelli successivi. Il nuovo software semplifica la mappatura di fonti e subappaltatori, aiutando le aziende a visualizzare le performance di ogni partnership in termini di compliance e controllo della qualità. Gli strumenti di mapping sono talvolta integrati nelle applicazioni SCM, insieme a strumenti che li aiutano a raccogliere i dati sulle performance dei fornitori.
I produttori raccolgono informazioni sulle performance dei loro fornitori per controllare i costi, mitigare i rischi e renderli responsabili della consegna puntuale di prodotti di qualità. Queste informazioni includono anche dati sui precedenti dei fornitori di rispetto delle regolazioni sulla sicurezza dei lavoratori, dei diritti umani e delle leggi ambientali, rilevando eventuali violazioni attuali o passate. Alcune applicazioni SCM automatizzano l'acquisizione dei dati ed emettono avvisi di non conformità.
Parti integranti della trasparenza sono la comunicazione e la condivisione periodiche delle informazioni tra un produttore e i suoi partner della supply chain. Alcune aziende tengono conferenze per i fornitori, in cui i fornitori hanno la possibilità di porre domande, offrire consigli e ottenere chiarimenti sui requisiti. Altri partecipano a conferenze di settore per fare network con fornitori e altri produttori. Le aziende a volte creano pagine web per i fornitori, con link alle policy aziendali e alla documentazione sulla compliance, nonché domande frequenti su argomenti quali come diventare un fornitore o come lavorare con il team di procurement.
I processi standardizzati semplificano la vita di fornitori e clienti. Ad esempio, un set standard di policy che guidano le ispezioni in fabbrica, indipendentemente da dove si trovino le fabbriche o da cosa forniscano, semplifica il processo di raccolta di dati su qualità, sicurezza e condotta etica. Un processo standardizzato chiarisce questioni come chi guiderà le ispezioni, il team del cliente o una terza parte, in ogni caso.
Quello della compliance non è l'unico processo che la standardizzazione può migliorare. Quando un'azienda e i suoi fornitori condividono una piattaforma di gestione degli ordini, le due organizzazioni lavorano in modi standardizzati per completare gli ordini, controllare la qualità e indagare su eventuali problemi, tutte cose che portano a operations più efficienti.
Le aziende spesso invitano i fornitori a migliorare gli standard, garantendo che la maggior parte dei fornitori sia in grado di soddisfarli. Ad esempio, un'azienda che ha bisogno di report finanziari trimestrali da parte dei fornitori potrebbe fare un sondaggio per scoprire quando iniziano i loro anni fiscali. Così, quando vengono vengono pubblicati i report sul primo trimestre, tutti copriranno lo stesso periodo di tempo.
Molti produttori utilizzano le scorecard per monitorare le performance dei fornitori, incorporando metriche relative alla consegna puntuale, ai costi, all'accuratezza degli ordini, alla conformità alla sostenibilità, alla stabilità finanziaria, ai tempi di elaborazione delle fatture e al tempo necessario ai fornitori per confermare la ricezione degli ordini di acquisto. Oltre a fornire informazioni che supportano la trasparenza, le scorecard sono la springboard per le discussioni in corso sulla riduzione dei costi e sul miglioramento del servizio complessivo.
Sebbene leggi e regolamenti richiedano che le aziende divulghino determinati tipi di informazioni finanziarie, di approvvigionamento, di sicurezza e di altro tipo, le aziende spesso decidono il livello di dettaglio. Ad esempio, per proteggere la sua posizione competitiva, un'azienda potrebbe non condividere i prezzi dei fornitori su materiali fondamentali a meno che non sia legalmente obbligata a farlo. Mentre i responsabili della supply chain sono responsabili dell'autenticazione dei dati, il livello di divulgazione dovrebbe essere approvato dalla leadership aziendale. Le aziende che vogliono trasparenza considerano la divulgazione come una competenza di base. Patagonia, l'azienda di abbigliamento outdoor, fornisce una mappa dettagliata delle sue supply chain con le sue dichiarazioni di divulgazione. Le aziende che non abbracciano completamente la divulgazione potrebbero trattenere a sé quante più informazioni possibile o, al contrario, inondare il pubblico dominio di informazioni confuse.
Le aziende misurano i progressi della trasparenza della supply chain esaminando gli obiettivi che hanno fissato, identificando i miglioramenti e discutendo degli obiettivi che non hanno raggiunto (e del perché). Il segreto è lavorare a stretto contatto con i fornitori. Se un'azienda si prefiggesse l'obiettivo di ridurre la propria impronta ambientale, misurerebbe i progressi utilizzando i dati che i fornitori accettano di fornire, su una piattaforma condivisa, monitorando metriche come le emissioni di gas a effetto serra, l'utilizzo dell'acqua e gli sprechi. Con numerosi partner da riunire, l'azienda potrebbe concentrarsi sui suoi fornitori con il più grande impatto ambientale, chiedendo loro di soddisfare standard stabiliti entro, ad esempio, due anni, mentre lavora con fornitori più piccoli secondo tempi più flessibili. L'azienda dovrebbe comunicare chiaramente le proprie aspettative, oltre a offrire qualsiasi formazione necessaria per raggiungere gli obiettivi di compliance.
Nei prossimi anni, i produttori renderanno la trasparenza della supply chain una priorità ancora più grande. Non avranno altra scelta. Seguendo la strada tracciata dal Dodd-Frank Act del 2010 e dai più recenti divieti del Regno Unito e dell'Australia sul lavoro forzato, i legislatori e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo sono pronte a ordinare ulteriore trasparenza. Pensa al Fashion Act in discussione nella legislatura di New York e alle proposte simili in vari paesi dell'UE. Allo stesso modo, l'interesse dei consumatori per dove e come vengono prodotte le merci continua a crescere. Uno studio del 2020 di McKinsey & Company ha rivelato che le vendite di prodotti che riportano di essere stati creati in modo sostenibile ed etico sono aumentate in media del 28% negli ultimi cinque anni, contro il 20% per i prodotti che non riportano tali affermazioni. Ma i consumatori ora vogliono prove a sostegno di tali affermazioni.
Mentre i leader aziendali definiscono nuove policy per illuminare le loro supply chain, i manager dovranno raccogliere enormi volumi di dati, acquisiti utilizzando le applicazioni SCM e PLM cloud. Le tecnologie IoT diventeranno più diffuse, raccogliendo e analizzando i dati in fabbriche, camion, magazzini e altri spazi fisici. Anche la blockchain crescerà in uso, consentendo ai partner commerciali di monitorare più facilmente l'attività della supply chain.
Oracle Cloud Supply Chain Management and Manufacturing (SCM) supporta la trasparenza con applicazioni che connettono ogni aspetto della supply chain, come pianificazione della domanda, gestione del magazzino, manufacturing, manutenzione delle attrezzature, gestione degli ordini, logistica, procurement e PLM, raccogliendo i dati richiesti da autorità di regolamentazione e consumatori. Le Oracle Fusion Cloud Internet of Things Intelligent Applications acquisiscono i dati dei sensori provenienti da dispositivi connessi in fabbriche, magazzini e camion, fornendo aggiornamenti in tempo reale sulla sicurezza dei reparti produttivi e sulla posizione delle spedizioni. Oracle Intelligent Track and Trace utilizza la tecnologia blockchain per aiutare le aziende e i fornitori a condividere i dati in modo sicuro, semplificando il monitoraggio delle origini dei materiali e delle pratiche dei partner.
Perché è difficile ottenere trasparenza nella supply chain?
La trasparenza è difficile da ottenere perché le supply chain sono complesse. Un grande produttore multinazionale ha migliaia di fornitori, i quali a loro volta possono averne centinaia di propri. La trasparenza impone a ciascun fornitore di fornire dati sul luogo di provenienza dei materiali e sui modi in cui sono stati ottenuti.
Perché la trasparenza è importante per un supply chain management efficace?
Il supply chain management non è solo un esercizio attraverso cui trovare i materiali migliori al prezzo più basso. I consumatori e i governi insistono nel sapere da dove provengono le merci e come vengono prodotte al fine di rispettare le normative e soddisfare le richieste dei clienti per prodotti con origine e produzione etiche.
Quali sono le sfide nella trasparenza della supply chain?
Una delle sfide principali per i produttori consiste nel collaborare con i fornitori per raccogliere i dati di supporto: dove i fornitori hanno acquistato i loro materiali, chi sono i loro partner a valle e se sono conformi a numerose leggi e normative. Un'altra sfida è garantire che tutti i dati siano accurati e completi, il che richiede aggiornamenti costanti e audit regolari.
Scopri come migliorare la qualità e la velocità del processo decisionale della tua supply chain e superare le sfide di domani nel nostro e-book.